Il racconto di paura
Il racconto di paura si incentra su luoghi e personaggi che provocano un sentimento di paura nel lettore (castelli, fantasmi, cimiteri, scheletri e così via) coinvolgendolo grazie a una avvincente narrazione.
Prima di analizzare le caratteristiche principali di questo particolare testo narrativo vorrei illustrarvi le sue origini.
Origini e storia del racconto di paura
Elementi di paura e di mistero sono presenti già nella letteratura antica e medievale.
Fantasmi, streghe, luoghi misteriosi sono stati spesso gli ingredienti salienti delle più famose leggende medievali.
Come genere vero e proprio la narrativa di paura nasce tra il Settecento e il primo Ottocento, il cui iniziatore è stato Horace Walpoce, autore del romanzo Il Castello di Otranto (1764) in cui narra una vicenda ambientata nel Medioevo nella città di Otranto, in Puglia.
Il maestro indiscusso del genere è Edgar Allan Poe (2809-1849), autore della raccolta Racconti del grottesco.
Oggi invece celebre è lo scrittore Stephen King che con i suoi romanzi Shining, It, Misery non deve morire ha firmato le sceneggiature di altrettanto famosi film.
Per i più piccoli conosciuta è la collana Piccoli brividi (titolo originale Goosebumps, letteralmente “Pelle d’oca”) dell’americano Robert Lawrence Stine.
Le caratteristiche del racconto di paura
I temi principali presenti nel racconto di paura sono l’apparizione di mostri e fantasmi, il mistero, le case stregate.
L’intreccio è costruito in modo tale da creare una crescente tensione attraverso tecniche narrative e linguistiche atte a creare suspense fino alla parte conclusiva culminante con un colpo di scena.
La struttura del racconto di paura lo potremmo sintetizzare in questo modo:
- Situazione iniziale atmosfera apparentemente tranquilla
- Avvio della vicenda l’equilibrio iniziale si rompe con un evento straordinario
- Sviluppo della vicenda aumento della tensione
- Conclusione viene ristabilito un nuovo equilibrio
Il lessico
Questa tabella tratta dal testo Gli anni in tasca, A. Barabino, N. Marini, ed. Sei, 2014, è utilissima per scrivere un racconto di paura ricco di termini che appartengono al lessico tipico del genere “paura”.
RUMORI | – Cigolii, borbottii
– Suoni inarticolati, sibili – Stridii, lamenti, sospiri – Fruscii, tonfi, urla |
SENSAZIONI E
REAZIONI FISICHE |
– Freddo, gelo, vento sulla pelle
– Sensazioni di viscido, di appiccicoso – Brividi, tremori, sudori freddi |
COLORI | – Rosso (idea di sangue)
– Nero (tipico del buio, della notte e della morte) |
STATI D’ANIMO | – Sentirsi mancare, sentirsi raggelare
– Tremare, rabbrividire, essere in preda al panico – Sbiancare, impallidire – Avere la pelle d’oca – Balbettare, avere la voce strozzata in gola, non riuscire a parlare – Rimanere attonito, sconcertato, sconvolto, terrorizzato – Orrore, terrore, panico, batticuore, allarme, ansia, smarrimento, timore, trepidazione |
Il terrore che sarebbe durato per ventotto anni, ma forse di più, ebbe inizio, per quel che mi è dato di sapere e narrare, con una barchetta di carta di giornale che scendeva lungo un marciapiede in un rivolo di pioggia.
(It, Stephen King, 1986)
Buona lettura!
Gabriella