Solo et pensoso

Analisi del sonetto Solo et pensoso, approfondimento di italiano per gli studenti del II anno della scuola secondaria di I grado | Homework & Muffin

II Anno | 8 Luglio 2018 | Tags:

Solo et pensoso è uno dei sonetti più belli e celebri di Francesco Petrarca.

Ricordo ancora una lezione proposta ai miei ragazzi, quando emozionata lessi questi versi pieni di tormento e struggente amore.

Questo sonetto fa parte del Canzoniere, Rerum Vulgarium Fragmenta, la raccolta di 366 liriche scritte nell’arco di trent’anni dal 1342 fino al 1374, anno della sua morte).

Il Canzoniere è dedicato a Laura, la donna che Petrarca amò per tutta la vita.

Il poeta incontrò Laura per la prima volta nella chiesa di Santa Chiara di Avignone il 6 aprile 1327 e se ne innamorò subito, purtroppo mai ricambiato.

La figura di Laura può sembrare simile a quella di Beatrice (ricordate ?! È la donna cantata da Dante Alighieri in molte sue opere), ma in realtà bisogna tener conto delle differenze tra le due donne.

Beatrice è la donna-angelo e ha la funzione di avvicinare Dante a Dio.

Mentre Petrarca nei confronti di Laura prova un sentimento terreno, fonte di tormento in quanto il poeta dopo la morte del padre si avviò alla carriera ecclesiastica.

Nel Canzoniere Petrarca parlerà quindi di se stesso, della sua sofferenza, della sua crisi interiore a causa del contrasto tra l’amore profano per Laura e l’amore sacro per Dio.

Di conseguenza il poeta cercherà di allontanarsi dalle passioni terrene preferendo l’isolamento e la solitudine.

Vano sarà questo tentativo di evitare la tentazione perché l’amore è ormai nel suo cuore e nella sua mente.

Testo completo

Solo et pensoso i piú deserti campi
vo mesurando a passi tardi et lenti,
et gli occhi porto per fuggire intenti
ove vestigio human l’arena stampi.

Altro schermo non trovo che mi scampi
dal manifesto accorger de le genti,
perché negli atti d’alegrezza spenti
di fuor si legge com’io dentro avampi:

sì ch’io mi credo omai che monti et piagge
et fiumi et selve sappian di che tempre
sia la mia vita, ch’è celata altrui.

Ma pur sí aspre vie né sí selvagge
cercar non so ch’Amor non venga sempre
ragionando con meco, et io co’llui.

 

Parafrasi

Solo e pensoso vado misurando / a passi stanchi e lenti i campi più isolati / e volgo lo sguardo cercando di evitare ogni luogo / che rechi traccia di un’impronta umana.

 

Non trovo altro riparo che mi sottragga / all’aperta attenzione degli altri, / perché nei [miei] gesti privi di allegria / si capisce [anche] da fuori come io stia bruciando d’amore dentro di me:

 

tanto che io ormai credo che monti, pianure, / fiumi e boschi sappiano di quale qualità / sia la mia vita [interiore], che è [tenuta] nascosta agli altri.

 

Tuttavia non so trovare strade tanto impervie e inospitali / che Amore non mi insegua sempre / parlando con me, e io con lui.

 

Commento e analisi

Schema metrico: sonetto – ABBA  ABBA  CDE  CDE

  • 1^ strofa

Petrarca assume un atteggiamento tipico dei poeti provenzali: il poeta è immerso nei suoi pensieri e nella meditazione amorosa.

Nei vv. 3-4 attraverso l’anastrofe il ritmo rallenta così come rallentano i passi di Petrarca che con lo sguardo cerca luoghi isolati.

 

  • 2^ strofa

Il poeta non riesce ad evitare che le persone comprendano il suo stato d’animo tormentato.

Questo è sottolineato dall’opposizione tra gli avverbi fuor e dentro (v.8). Petrarca è preoccupato che fuori, esternamente possa essere scoperto il suo sentimento per Laura vissuto interiormente (antitesi).

 

  • 3^- 4^ strofa

Il ritmo è accelerato dal polisindeto con la ripetizione della congiunzione “et”, marcato anche dall’enjambement tra i vv.9-10.

Le allitterazioni della “r” e della “s” (v.12) sottolineano la durezza del paesaggio.

È chiara l’analogia dell’interiorità del poeta con la desolazione del paesaggio.

Questa è una delle novità della lirica petrarchesca: non è più presente il Locus amoenus tipico della lirica precedente, un luogo felice e sereno che fa da cornice alla vicenda amorosa.

Gli elementi della Natura (monti, spiagge, fiumi, boschi) sono personificati quasi a consolare il poeta, ma inutilmente in quanto Amore (anche il sentimento è qui personificato) lo raggiungerà ovunque egli vada.

L’amore diventa quasi un’ossessione, sempre presente e Petrarca sarà incapace di sottrarsi alla sua forza.

 

Gabriella

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