Merenda dolce: Torta di mele e Piccole Donne
Per la rubrica #frameofbreak di settembre abbiamo deciso di approfondire un argomento a noi molto caro, ossia il piacere della lettura, proponendovi anche una ricetta legata al nostro libro dell’infanzia: io vi parlerò del romanzo “Piccole donne” con la ricetta della Torta di mele.
La mia amica Gabriella Comini del blog Mezza tazza di tè vi presenterà il libro di Gerald Durrell, La mia famiglia e altri animali e la ricetta della Tyropita.
Piccole donne
Il piacere per i libri e per la lettura si può avere sin da piccoli, se incoraggiato nel giusto modo da genitori e formatori.
Da piccole, io e mia sorella, avevamo una bellissima libreria con numerosi libri di qualsiasi genere ed enciclopedie di vario tipo.
Il romanzo “Piccole donne” di Louisa May Alcott è stato uno dei primi libri che ho amato e credo che lo sia stato per tantissime donne della mia età, così come è tanto apprezzato Harry Potter nei tempi odierni.
La storia è ambientata durante la Guerra di Secessione Americana ed è incentrata sulle piccole donne di casa March, Meg, Jo, Amy e Beth, che conducono una vita serena fino a quando il padre non è costretto a partire per il fronte, lasciandole sole con la moglie e la domestica.
Ogni protagonista ha un carattere ben definito dall’autrice e ognuna di noi si sarà immedesimata nella testarda Jo, nella dolce Meg, nella timida e buona Beth o nella presuntuosa Amy.
Io adoravo l’indomabile e anticonformista Jo, un maschiaccio incontrollabile, con le sue battute taglienti e con il suo entusiasmo.
«Giuseppina o Jo, come la chiamavano in famiglia, era alta, magra, scura di carnagione ed assomigliava un poco ad un puledro non ancora domato, perché non sapeva mai dove, né come tenere le lunghe membra che sembravano esserle sempre d’impaccio. Aveva una espressione risoluta nella bocca, un naso bizzarro, ed occhi grigi, che sembravano vedere tutto e che potevano essere, a volta a volta, severi, furbi o pensierosi. I suoi lunghi e folti capelli erano la sua unica bellezza; ma ella li portava quasi sempre in una rete, perché non le dessero noia. Jo aveva le spalle un po’ curve, piedi grossi e mani lunghe; i vestiti quasi sempre scuciti che le cascavano di dosso e l’aria di una ragazza che sta trasformandosi rapidamente in donna, ma che vorrebbe rimanere bimba.»
Tre anni fa, proposi ai miei alunni la lettura di questo romanzo e riflettemmo molto su alcune parti dedicate all’empatia, alla resilienza e alla piena consapevolezza di noi stessi.
Nonostante il padre sia impegnato al fronte, la signora March non smette di incitare le proprie figlie a non perdersi d’animo, a crescere con correttezza e rispetto per sé stessi e gli altri.
In una lettera il padre scriveva alle sue donne queste raccomandazioni:
«[…] Esse si ricorderanno, lo so, di quello che loro raccomandai prima di partire; so che saranno affettuose e buone con te, che faranno il loro dovere senza lagnarsi, combatteranno i loro nemici interni e sapranno così bene vincersi da rendermi, al mio ritorno, sempre più orgoglioso e soddisfatto delle mie piccole donnine.»
Quali sono i nostri nemici interni?
La lettura ci porta anche a questo: a immedesimarci nella protagonista, nella storia e a porre delle domande a noi stessi, a ritrovarci e a capirci.
Continuando la riflessione sulle Piccole donne, mi è sempre piaciuta la parte in cui si sofferma sul fardello che ci portiamo sempre dietro, i nostri affanni e i nostri pensieri.
Piccole donne è un romanzo di formazione che spiega le trasformazioni che avvengono durante l’adolescenza alle quattro ragazze della Pennsylvania e, anche se è ambientato nella seconda metà dell’Ottocento, i temi in esso trattati sono molto vicini a chi vive questa delicata fase della vita.
Piccole donne ci insegna a non perder mai la speranza, ad andare avanti nonostante le difficoltà, a credere sempre in noi stessi fino a realizzare i nostri sogni.
Torta di mele
In una delle pagine di Piccole donne, vediamo Jo in soffitta, in cui amava sempre rifugiarsi, «con una mezza dozzina di mele e un buon libro per godere un po’ di libertà.»
Qual è il vostro posto preferito dove leggere un bel libro?
Io leggo in qualsiasi posto in cui ci sia tranquillità e silenzio, ma se devo immaginare un luogo specifico mi piacerebbe avere una stanza con un’ampia finestra sotto la quale riporre un comodo pouf con cuscini colorati.
Inoltre accanto ad esso metterei un vecchio tavolino per gli occhiali da lettura, per il mio taccuino dello scrittore e del lettore e soprattutto per aver vicino un piattino per la merenda, come una soffice Torta di mele di cui vi lascio la ricetta.
Vi auguro un buon anno scolastico!
Gabriella
«Non possiamo comprendere molte delle cose che ci addolorano,
ma possiamo credere che accadano per un motivo
e che tutto avvenga per il nostro bene.»
Louisa May Alcott
Prep time:
Cook time:
Total time:
- Mele varietà Gala 600 g
- Farina tipo 1 200 g
- Zucchero semolato 150 g
- Zucchero di canna 30 g
- Burro 30 g
- Latte p.s. 100 g
- Panna liquida 100 g
- 2 Uova 100 g
- 1 bustina di lievito
- Scorza di mezzo limone
- Sbucciate le mele e tagliatele a fettine.
- Sbattete con una frusta le uova con lo zucchero semolato finché saranno gonfie e spumose.
- Unite al composto la farina, il latte, la panna, la scorza del limone e il lievito.
- Ungete una tortiera con il burro, infarinate e versatevi il composto preparato.
- Quindi disponete sopra le fettine di mele a raggiera, distribuitevi sopra il burro a ciuffetti e lo zucchero di canna.
- Mettete la tortiera nel forno caldo a 170 °C statico e cuocete per un’ora.
- Sfornate e fate raffreddare prima di servire.